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Le potenzialità di Ravenna in termini di occupazione e sicurezza energetica

In un momento di crisi come quello attuale, in cui le imprese sono costrette a ridurre la produzione o peggio a chiudere per il caro energia, costituiscono un barlume di speranza le potenzialità in termini economici e soprattutto occupazionali dei tanti progetti che gravitano intorno all’energia a Ravenna. La città, da sempre uno dei più importanti distretti nazionali ma che ha risentito in negativo delle scelte in ambito energetico dei governi succedutisi in questi anni, potrebbe fungere da volano di crescita per la Pianura Padana ma anche per l’Italia tutta, soprattutto per i risvolti positivi in termini di miglioramento della sicurezza energetica. Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Ravenna, Michele De Pascale.

Dal Fit for 55% al REPowerEU: il nuovo scenario elettrico 2030 per l’Italia

Nel 2021 la richiesta di energia elettrica in Italia è stata di 318 TWh, di cui 278 TWh produzione netta. Oltre il 40% dell’energia è generata da fonti rinnovabili, mentre la quota di elettricità sui consumi finali si attesta al 22%. Questo il punto di partenza da cui muovono gli scenari al 2030 elaborati da Accenture.

La filiera tecnologica delle rinnovabili e della smart energy alla prova della transizione

Il processo di decarbonizzazione e gli obiettivi UE al 2030 richiedono ingenti investimenti in nuova capacità di generazione rinnovabile, infrastrutture, accumuli, soluzioni di smart energy e tecnologie per gli usi finali, che assicurino una transizione energetica sicura e nei tempi previsti.

Il Fit for 55 e il REPowerEU pongono target ambiziosi all’Italia e il PNRR mette a disposizione ingenti risorse per accelerare la decarbonizzazione attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, l’aumento dell’efficienza nei consumi e l’elettrificazione di settori, come quello termico e della mobilità, finora soddisfatti da fonti fossili.

L’impegno per un sistema più sicuro, resiliente e sostenibile

Una sfida tanto ambiziosa quanto necessaria. L’accelerazione impressa allo sviluppo delle rinnovabili con il piano REPowerUE dell’Unione Europea che ha fissato al 45% la quota di consumi finali coperti da energia green al 2030, impone a tutti i Paesi e ai player dell’energia un rinnovato sforzo per coniugare sicurezza energetica e decarbonizzazione. Un impegno che per l’Italia significa installare 85 GW di rinnovabili al 2030, per una media di circa 12 GW all’anno. È una sfida importante, che genera innumerevoli benefici per l’economia, la società e l’ambiente.

Transizione e tecnologia: i progetti nel solare fotovoltaico

Per raggiungere gli sfidanti obiettivi legati al processo di transizione energetica è necessario ed auspicabile un ricorso sempre più massivo a tecnologie che consentano di produrre energia senza emissioni climalteranti. È il caso dei pannelli fotovoltaici, delle centrali eoliche o degli accumuli elettrochimici, per i quali, nel giro di pochi anni, è prevedibile attendersi un consistente aumento della richiesta non solo in Italia, ma anche in Europa e nel resto del mondo.

Serve una regolazione chiara ed equa per investire nella transizione energetica

Le indicazioni strategiche contenute nel PNIEC e nel PNRR e i piani messi a punto dall’Unione Europea con il recente REPowerEU sono ambiziosi e, per essere raggiunti, richiedono determinate condizioni. Se nel breve termine si sta lavorando per contrastare gli effetti della grave crisi energetica che stiamo vivendo, nel lungo periodo è necessaria una visione chiara, con una cornice regolatoria ben precisa che metta il mondo imprenditoriale, la pubblica amministrazione e i cittadini nelle giuste condizioni per accelerare il percorso di decarbonizzazione.

Piano Rinnovabili 2030 per il settore elettrico: un impegno condiviso

Il nuovo Piano europeo REPowerEU propone i nuovi obiettivi in materia di rinnovabili: un target più ambizioso ma sicuramente realizzabile grazie all’impegno di tutti gli stakeholder chiamati a svolgere la loro parte. Tante le opportunità per il nostro paese, così come i benefici, così come emerge dalla roadmap 2030 per l’elettrico presentata all’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura lo scorso 21 giugno. Ne abbiamo parlato con il Presidente di EF, Agostino Re Rebaudengo.

La siccità e l’impatto su un settore strategico come l’idroelettrico

In Italia acqua ed energia hanno da sempre avuto un legame molto stretto. A causa della carenza di risorse interne di carbone, la crescita della domanda di energia a cavallo tra la fine XIX Secolo e l’inizio del XX Secolo fu supportata dallo sviluppo della fonte idrica.

Come anche riportato da Giulio Boccaletti su Il Foglio, durante lo sviluppo industriale dei primi decenni del ‘900, furono i fiumi a definire la transizione energetica del Paese. 

Rinnovabili, nucleare e carbone: la ricetta cinese per la transizione

A fine luglio dello scorso anno a conclusione del G20 Ambiente, John Kerry e Roberto Cingolani avevano espresso la delusione per la mancata adesione di Cina e India alla proposta del phase out del carbone a partire dal 2025.

Cina e India avevano confermato quanto già messo in evidenza nei programmi nazionali per l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici: la transizione verso emissioni zero delle due economie emergenti ha bisogno del supporto del carbone come “back up per lo sviluppo delle fonti alternative senza compromettere la sicurezza energetica.

La necessaria alleanza fra rinnovabili e finanza per eliminare il carbone

La finestra temporale entro la quale evitare i peggiori impatti della crisi climatica e contenere il riscaldamento globale a 1,5° si sta chiudendo velocemente. Così come è evidente che le comunità dall’India all’Italia stiano subendo le conseguenze del cambiamento climatico: da mortali ondate di calore ad alluvioni record.

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