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La finanza sostenibile: scenario attuale e tendenze future

Gli ultimi avvenimenti sullo scenario internazionale – la guerra in Ucraina, l’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia, i due rapporti dell’IPCC presentati nei mesi scorsi – hanno confermato il ruolo cruciale della finanza sostenibile per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo.

Dark finance: il carbone continua ad attrarre ingenti investimenti

Bisogna fare a meno dei combustibili fossili, in primis del carbone. Una necessità ormai chiara dal secolo scorso, e sancita con un impegno formale durante l’ultima COP di Glasgow, lo scorso novembre. Tuttavia se la maggior parte dei paesi è concorde sulla fine del carbone, altri, come Cina e India che dipendono fortemente da questa fonte nei loro mix energetici, hanno parlato più di phase down” (riduzione) che di “phase out” (abbandono).

La necessaria alleanza fra rinnovabili e finanza per eliminare il carbone

La finestra temporale entro la quale evitare i peggiori impatti della crisi climatica e contenere il riscaldamento globale a 1,5° si sta chiudendo velocemente. Così come è evidente che le comunità dall’India all’Italia stiano subendo le conseguenze del cambiamento climatico: da mortali ondate di calore ad alluvioni record.

Gli alti costi per la finanza pubblica di una transizione inefficiente e inefficace

Meno entrate e più spese. Il processo di sostituzione a tappe forzate del parco veicolare da termico a elettrico avrà un impatto rilevante per la finanza pubblica. Proviamo a farne una stima di larga massima.

Circolano attualmente in Italia poco meno di 40 milioni di autovetture; quelle elettriche sono intorno a 200.000, numero raddoppiato rispetto al 2020. Lo scorso anno le immatricolazioni complessive sono state 1,5 milioni.

Sad: serve più efficienza e meno ipocrisia

La quarta edizione del Catalogo sui sussidi ambientalmente dannosi (sad) e favorevoli (saf) stima in  circa 21,6 miliardi di euro l’impatto degli uni e in circa 18,9 miliardi gli altri. A questi si aggiungono 13,6 miliardi di misure il cui impatto sull’ambiente è giudicato incerto. Il peso dei sad è in calo rispetto agli anni precedenti: l’aggiornamento delle stime relative al triennio trascorso fissa l’asticella a 22,3 miliardi nel 2017, 23,0 miliardi nel 2018 e 24,5 miliardi nel 2019. Per trovare un valore inferiore a quello del 2020, che ovviamente ha risentito del rallentamento dell’attività economica causato dal Covid-19 e dai lockdown, bisogna tornare al 2016 (20,3 miliardi).

Quale fiscalità ambientale per uno sviluppo sostenibile?

Riflettere su cosa sia la fiscalità ambientale significa chiedersi se l’ordinamento giuridico tributario italiano conosca norme dedicate all’ambiente (nelle sue diverse declinazioni) ed alla sua tutela quale elemento del presupposto di un tributo. Fino a poco tempo fa (ma il fenomeno è ancora presente) si è sempre ritenuto che l’unico modo per utilizzare la norma tributaria fosse quella di far pagare più imposte (sul reddito, sugli scambi e sulla fabbricazione) agli operatori che svolgessero attività economiche inquinanti seguendo il principio comunitario del “chi inquina paga”…I tempi sono ora maturi per una diversa prospettiva.

Chi paga il rally dei costi delle commodities non energetiche?

La diffusione della variante Omicron Covid-19, le interruzioni delle filiere globali, associate al boom dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, stanno rallentando il ritmo della ripresa in corso. Le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale pubblicate la scorsa settimana ribassano di 0,4 punti il tasso di crescita 2022 dell’Italia stimato ad ottobre, fermandolo a +3,8%.

I prezzi del petrolio superano i livelli pre-pandemia

L'anno in corso sarà la cartina di tornasole della ripresa economica mondiale dopo la disastrosa esperienza della pandemia da Covid 19 che ha colpito il pianeta tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020. L'avvio delle campagne di vaccinazione di massa a partire dalla fine del 2020 è stato il primo grande fattore di svolta per modificare una situazione drammatica che sembrava quasi senza uscita. Il cambio di amministrazione negli Stati Uniti è stato un altro fattore di spinta per rimettere in moto l'economia di quel paese che, in un primo tempo, aveva reagito alla sfida con scarsa convinzione.

EU ETS: prezzi alle stelle e ampia volatilità, cosa ci aspettiamo per il futuro?

Gli ultimi due anni sono stati fuori dall’ordinario sotto tutti gli aspetti. La pandemia più disastrosa dell’ultimo secolo, oltre ad aver drasticamente redistribuito le risorse monetarie e finanziarie del mondo intero, ha trasformato modelli di business, ne ha interrotti altri e ha seriamente testato lo spirito di sopravvivenza delle aziende.

I carbon market, oltre a non essere stati esclusi dall’ondata Covid-19, hanno dovuto affrontare una moltitudine di cambiamenti sistemici, forse come mai prima d’ora, tutti concentrati proprio nell’ultimo anno. Il 2021, inoltre, ha fatto da spartiacque tra la fase III del meccanismo EU ETS, iniziata nel 2013 e conclusasi nel 2020, e la successiva fase IV che si protrarrà fino al 2030.

Capacity market e PPA: quanto manca al decollo?

A maggio di quest’anno, Terna ha pubblica la nuova disciplina del mercato della capacità, con modifiche e novità di rilievo, alcune fortemente richieste dagli operatori e dalle associazioni di categoria. Ne abbiamo discusso con l’Avv. Lorenzo Parola, partner Herbert Smith Freehills, che in chiusura ci offre una lettura interessante e critica anche sullo strumento dei PPA.

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