Scheda dei principali contenuti del DCO 410/2019/R/gas
Con il documento di consultazione 410/2019/R/gas, pubblicato il 17 ottobre, l'Autorità per l'energia ha illustrato i propri orientamenti sui criteri di regolazione tariffaria per i servizi di distribuzione e misura del gas nel quinto periodo regolatorio, che troverà applicazione a partire dall'anno 2020. Il DCO, la cui scadenza per le osservazioni è stata di recente prorogata dal 15 al 22 novembre, fa seguito al DCO 170/2019/R/gas (sulle tariffe e qualità dei servizi di distribuzione e misura del gas) e al DCO 338/2019/R/gas (sulla durata del periodo di regolazione e sulla qualità dei servizi di distribuzione e misura del gas).
Nel panorama della liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas, il segmento della distribuzione del metano è forse quello nel quale le cose sono andate più diversamente rispetto alle attese. Dei progressi ci sono stati: oggi la verità contabile dei bilanci rispecchia la verità industriale dei gestori, che sono passati dai quasi 800 di fine anni ’90 a poco più di 200 oggi. Tuttavia, l’obbligo legislativo di individuarli attraverso procedure competitive è andato del tutto disatteso.
Nel 2019 si chiude il quarto periodo regolatorio della distribuzione del gas naturale, periodo che si era aperto nel 2014 con un notevole ottimismo sull’avvio delle gare per le concessioni per ATEM: il quadro normativo aveva trovato infatti un completamento lungamente atteso. Tuttavia, da una recente analisi sull’andamento delle tariffe emerge come proprio lo stallo delle gare sembra essere il fattore che maggiormente ha influenzato le dinamiche del settore in questi anni.
La riforma del servizio di distribuzione del gas naturale, avviata nel 1998 dall’UE e recepita in Italia dal D.Lgs. 164/2000, doveva compiersi con il DM 226/2011 ma purtroppo, ad oggi, si contano solo 2 gare concluse (una con ricorso al TAR) su 177 previste. Lo scoramento ed il pessimismo dei soggetti coinvolti aumenta ogni giorno. Le cause di questa mancata riforma sono dovute principalmente al Parlamento, sostanzialmente assente; al MiSE, che non ha voluto o potuto intervenire in modo incisivo; ad ARERA, che emanando delibere a raffica ha complicato le cose.
Come è ormai noto a chiunque si affacci anche saltuariamente nel mondo dell’energia e, in particolare, nel settore del gas, è dal lontano 2000, anno di promulgazione del D.Lgs 164/2000, il cosiddetto “decreto Letta” che il normatore ha previsto che l’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale avvenga tramite gara ad evidenza pubblica. Si è dovuto attendere, tuttavia, la promulgazione di alcuni decreti attuativi (in particolare i due decreti ministeriali relativi agli ambiti territoriali minimi – AteM e il “decreto criteri”, D.M. 226/2011) avvenuta solo nel 2011, perché venissero definite nel dettaglio le procedure, tentando di dare una spinta al sistema delle gare, fino ad allora, per la verità, attivatosi in maniera piuttosto sporadica.
La Fondazione Utilitatis pro acqua energia ambiente è stata costituita con l’obiettivo di condurre studi sui servizi pubblici locali attraverso la divulgazione di ricerche e la creazione di spazi di approfondimento su specifici temi, economici e giuridici. È in via di pubblicazione il Blue Book - la monografia sull’industria del servizio idrico integrato- che giunge quest’anno all’11° edizione e di cui si illustra nel seguito un’anticipazione dei principali argomenti trattati.
Nonostante i progressi compiuti e il ruolo svolto dall’ARERA nel miglioramento di un settore critico sotto diversi aspetti, i dati più recenti evidenziano un divario significato nel livello di servizio idrico e nella capacità di realizzazione degli investimenti fra alcune aree - localizzate in gran parte nell’Italia Meridionale e Insulare - e il resto del paese. Questo, pur in presenza di significative risorse a fondo perduto concentrate nelle aree deboli. Per ridurre questo “Water Service Divide”, le ultime Leggi di Bilancio hanno introdotto alcuni interventi strutturali, che dovrebbero essere resi operativi nei prossimi mesi.
Nonostante i picchi record raggiunti dal termometro, l’estate 2019 è trascorsa senza particolari fenomeni di crisi idrica (almeno in Italia). Il che non vuol dire che non sia il caso di occuparsene: l’occasione è anzi propizia per poterne ragionare senza l’assillo dell’emergenza e il rumore mediatico che ha accompagnato l’annus horribilis 2017, nel quale perfino Roma ha corso seriamente il rischio di sospendere l’erogazione.
Finalmente, dopo quasi 16 anni, il disegno di mercato nel settore dell’elettricità ha trovato pieno compimento con l’introduzione di un sistema esplicito per la remunerazione della capacità elettrica tramite aste organizzate di “Reliability options”.
Ma cosa sono le Reliability Options (RO) e perché sono state introdotte?
La sicurezza energetica è di competenza degli stati membri (SM) ed è strettamente correlata a due obiettivi cruciali della politica di de-carbonizzazione come il phase out degli impianti a carbone e la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili. Una ridotta affidabilità del sistema ha spinto gran parte degli SM a introdurre diverse tipologie di meccanismi di capacità per remunerare la disponibilità di generazione elettrica.