La “Energy Technology Perspectives” è una serie di rapporti pubblicati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia dedicata al tema della tecnologia nell’ambito della transizione energetica. In questa edizione, il rapporto propone un’analisi approfondita sul tema delle catene di approvvigionamento di sei tecnologie chiave per la decarbonizzazione del sistema energetico: (i) le tecnologie rinnovabili (solare fotovoltaico ed eolico), (ii) la produzione di idrogeno (elettrolizzatori e cattura di CO2), (iii) i veicoli elettrici, (iv) i veicoli pesanti ad idrogeno, (v) le pompe di calore e (vi) la produzione di idrocarburi sintetici. Per ogni tecnologia vengono identificate tre fasi distinte: (i) l’estrazione delle materie prime, (ii) la loro lavorazione e (iii) la produzione delle tecnologie.
La dimensione industriale del processo di decarbonizzazione viene sempre più narrata in termini strategici. Negli ultimi anni i maggiori attori statuali hanno iniziato a interpretare il controllo su filiere e tecnologie verdi come fattore di potenza e riduzione della vulnerabilità in un contesto geopolitico volatile. Se USA ed Europa mostrano in questo contesto importanti interessi comuni, permangono divergenze che riflettono interessi, principi e capacità.
In USA viene varato l’Inflation Reduction Act (IRA), un piano di 369 miliardi di dollari, che finanzia gli investimenti industriali nei settori dell'energia pulita (in particolare produzione di veicoli elettrici, batterie, pannelli solari, turbine eoliche) e riserva i crediti d’imposta a chi acquista prodotti green realizzati negli Stati Uniti.
La Commissione Europea risponde con Il Green Deal Industrial Plan, presentato al forum economico di Davos dalla Presidente von der Leyen. Il Piano sarà articolato in due provvedimenti: il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act. In entrambi i casi sono previste misure finalizzate a rendere competitivi gli investimenti industriali in produzioni coerenti con gli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Due anni fa (11 gennaio 2021) ICE/TTF quotava il gas a poco più di 17 €/MWh. Il 22 dicembre dello stesso anno ha superato i 130. Una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina (17 febbraio 2022) era tornato poco sopra i 64 Euro. L’invasione all’inizio lo fa salire ma non troppo. Poi il 3 Marzo schizza a quasi 133; si prende un breve riposo e poi (7 luglio) rischizza oltre i 180. Ad agosto più che schizzare esplode. Il 26 del mese segna 342,864. Poi comincia a scendere, con un piccolo rimbalzino (ma proprio piccolo) in coincidenza con l’esplosione di Nord Stream 1 e 2.
Russia’s invasion of Ukraine in February 2022 brought major disruptions to the global energy system and heightened Europe’s vulnerability to disruption of gas supplies. The transition to renewables has had the effect of pushing up demand for gas – often viewed by governments and energy analysts as a medium-term bridging fuel between the eras of hydrocarbons and renewables.
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, nel febbraio 2022, ha determinato sconvolgimenti profondi nel sistema energetico globale e ha accresciuto la vulnerabilità dell'Europa di fronte all'interruzione delle forniture di gas. Il tutto va letto in un processo di trasformazione ormai decennale che vede da un lato, un percorso verso la decarbonizzazione e un utilizzo via via più marcato delle fonti rinnovabili ma che, dall’altro, ha determinato un maggior ricorso al gas, visto dai governi e dagli analisti energetici come una fonte ponte sul medio termine tra l'era degli idrocarburi e quella delle fonti green.
The oil market in 2022 saw unusual volatility—even by the standards of what is historically a very volatile commodity. What factors drove that volatility, and what are the prospects for the year ahead?
Even before Russia invaded Ukraine, global oil prices were in the midst of a strong post-COVID recovery. Oil prices entered the year near $80 per barrel.
Nel 2022, il mercato petrolifero ha conosciuto una volatilità insolita anche per una commodity storicamente volatile quale è il petrolio. Perché e quali sono le prospettive per il prossimo anno?
Anche prima che la Russia invadesse l'Ucraina, i prezzi internazionali stavano esibendo una forte ripresa post-COVID.
La conclusione di un anno così complesso come il 2022 richiede di redigere un “bilancio energetico”. Il primo punto di attenzione è che l’anno appena trascorso ha evidenziato con sempre maggior vigore la stretta relazione tra energia e geopolitica. L’ultimo tassello del conflitto russo-ucraino, iniziato nel 2014 e culminato con l’invasione del febbraio 2022, ha inasprito i già complessi equilibri per l’approvvigionamento del gas naturale e messo in luce la fragilità europea in termini di dipendenza energetica. Alle soglie del 2022, circa il 50% del gas naturale importato dall’Europa proveniva dalla Russia.
C'è particolare attenzione intorno alle previsioni sul settore dell'energia elettrica dopo i forti aumenti dei prezzi avvenuti nell’ultimo anno. Non sorprende che nella Eurobarometer survey sui Key challenges of our time, condotta nell’autunno 2022, le prime due preoccupazioni espresse da un campione di cittadini UE siano l’incremento nel costo della vita (42%, in salita di 8 punti dalla rilevazione precedente) e le forniture energetiche (29%, +1 punto).