A quasi tre anni dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, il Cremlino arriva alle soglie dell’anniversario in un contesto segnato da una serie di incertezze.
Da un lato, la leadership del Paese mantiene il potere senza opposizioni interne rilevanti, al termine di un 2024 che, tra l’altro, è stato segnato dalla morte di Aleksej Navalny.
Le esportazioni di gas russo e le strategie di Mosca per l’export futuro hanno subito enormi variazioni negli ultimi tre anni, in seguito all’attacco russo all’Ucraina e alla decisione dell’UE di ridurre drasticamente l’import dalla Russia, con l’obiettivo di azzerarlo entro il 2027.
La cessazione, il 1° gennaio 2025, del contratto di transito del gas russo attraverso l'Ucraina ha rappresentato un altro tassello nel declino delle forniture di gas dalla Russia all'Europa. Le consegne tramite TurkStream all'Europa sud-orientale e all'Ungheria rimangono ora l'unica via per Gazprom per fornire gas a un mercato europeo, che un tempo dipendeva per la maggior parte del suo import da Mosca.
L'interruzione delle esportazioni di gas russo via Ucraina, avvenuta il 1° gennaio, giunge in una fase in cui l'Italia già da tempo ha drasticamente ridotto la sua dipendenza da Mosca. Per questo l'impatto immediato sul sistema è stato finora modesto e non dovrebbe essere particolarmente complesso rimpiazzare i volumi mancanti.
Quando il Presidente Xi Jinping, dinanzi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2020, annunciò i dual carbon goals della Cina (picco di emissioni intorno al 2030 e neutralità climatica entro il 2060), ben pochi sembravano pronti a scommettere sulla fattibilità dei target della transizione energetica cinese.
Nonostante la gravissima crisi iniziata il 7 ottobre 2023, che ha investito l’intera regione mediorientale, per tutto il 2024 il prezzo del petrolio ha seguito una tendenza al ribasso, con una volatilità relativamente contenuta. Dopo aver toccato una punta massima sopra i 90 dollari al barile in aprile, la quotazione del Brent è scesa gradualmente fino alla fine dell’anno, come mostra il grafico.
Da tempo il Nord Africa si è guadagnato un ruolo focale all’interno delle dinamiche relative alla sicurezza energetica globale e alle sue complesse interconnessioni con la transizione energetica. Una centralità favorita dalla ricchezza di idrocarburi di quei territori, dalla posizione geografico-strategica unica a supporto dell’Europa e dall’alto potenziale nello sviluppo di tecnologie rinnovabili alternative all’eolico e/o al solare
Il 2024 è stato un anno “sui generis” dal punto di vista della politica internazionale: per la prima volta nella storia, oltre metà della popolazione mondiale, distribuita in più di 70 Paesi, si è recata alle urne per scegliere i propri rappresentanti, dagli Stati Uniti all’India, dall’Unione Europea a Taiwan, dall’Africa occidentale al Sudamerica.
Il 2024 è stato un anno relativamente tranquillo per il mercato del petrolio, con il prezzo dei principali greggi di riferimento che si è mosso in un intervallo compreso tra i 70 e i 90 dollari al barile, nonostante la perdurante instabilità geopolitica e la polarizzazione della globalizzazione in regionalismi sempre più definiti e contrapposti.
Coming together is the beginning. Keeping together is progress. Working together is success said Henry Ford in the last century. And it is the vision that links the major events that revolve around the world of energy, such as the Global Energy Transition (GET) Congress and Exhibition or Gastech.