Comunità energetiche, autorizzazioni e accettabilità sociale: dove non arriva lo stimolo dello Stato possono arrivare le Regioni? Una sintetica risposta a questa domanda possiamo già darla: sì, le Regioni possono fare molto! Tuttavia, servirebbe un maggiore coordinamento con lo Stato, specialmente nel nostro paese dove l'energia è, come si dice in gergo normativo, "una materia di legislazione concorrente". Insomma, per compiere appieno il "Green New Deal" voluto dall'Europa servirebbe innanzitutto un "deal" tra Stato e Regioni.
Il settore dei trasporti sta vivendo una rapida accelerazione verso la decarbonizzazione, sia a livello globale che europeo. Alcune forme di trasporto, aeronautico o marittimo, sono per loro stessa natura a carattere prevalentemente globale, pur avendo delle componenti “regionali” altrettanto rilevanti. Le policy di sostenibilità e le relative norme di regolamentazione vengono quindi elaborate in contesti più ampi e complessi della sola Unione Europea, peraltro a sua volta già notevolmente articolata.
All’interno del sistema energetico italiano, il gas naturale ricopre un ruolo chiave rappresentando, con il 35% dei consumi di energia primaria nel 2018, la prima fonte energetica del Paese coprendo, nel solo settore civile, il 50% dei consumi energetici. Anche a causa delle elevate escursioni stagionali, la corretta gestione di questa risorsa dipende dal dimensionamento e dalla magliatura della rete gas, oltre alla capacità di stoccaggio di circa 170 TWh di gas, che è pari ad un quarto della domanda annua.
Il quadro 2030 per il clima e l'energia dell'UE, rivisto al rialzo nel 2020, fissa obiettivi ambiziosi. I target minimi stabiliti dal piano sono la riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, il raggiungimento di una quota del 32% nell’utilizzo delle energie rinnovabili e il miglioramento del 32,5% dell'efficienza energetica.
Le industrie e il settore dei trasporti (su gomma, rotaie, marittimo) dovranno affrontare un compito impegnativo nel decidere quale delle molte opzioni consentirà di raggiungere questi obiettivi,
Nel 2013 alcune imprese associate ad Assogasliquidi/Federchimica cominciarono ad esplorare le opportunità offerte dalla distribuzione del GNL dapprima negli usi industriali e subito dopo negli impieghi del prodotto nel trasporto stradale pesante. Sempre nel 2013 veniva diffusa dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la prima linea guida in materia di prevenzione incendi avente ad oggetto il GNL: è infatti del marzo 2013 la “Guida tecnica ed atti di indirizzo per la redazione dei progetti di prevenzione incendi relativi ad impianti di alimentazione di gas naturale liquefatto (GNL) con serbatoio criogenico fuori terra a servizio di stazioni di rifornimento di gas naturale compresso (GNC) per autotrazione.”
Negli ultimi anni si è sviluppata l’attenzione sul GNL non solo per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas naturale ma anche per l’uso diretto in forma liquida come combustibile nei trasporti pesanti e marini. Tale uso si inquadra nell’ambito del processo di decarbonizzazione dei porti, di riduzione dell'impiego di combustibili fossili, di efficientamento energetico e riduzione delle emissioni inquinanti.
Con il Decreto n. 257, approvato il 16 dicembre 2016 ed entrato in vigore il 14 gennaio 2017, l’Italia non solo ha recepito la Direttiva europea DAFI sui combustibili alternativi, ma ha anche preparato la via maestra per l’introduzione di importanti novità sul fronte della sicurezza per i distributori di GNL. Novità che andranno ad aggiornare la “Guida tecnica ed atti di indirizzo per la redazione dei progetti di prevenzione incendi relativi ad impianti di distribuzione di tipo L-GNL, L-GNC e L-GNC/GNL per autotrazione”, emanata tramite la Circolare M.I. n. 5870 del 18/05/2015 (Sezione Autotrazione).
Dalle parole ai fatti. Quando si parla di sostenibilità dei trasporti è facile incappare nella mera retorica. Ma se gli annunci non vengono seguiti dai fatti e giustificati da dati tangibili, il rischio è quello di sminuire l’enorme sforzo che ci viene richiesto dalle normative comunitarie e dai cittadini che chiedono a gran voce di diminuire tanto l’inquinamento urbano quanto quello locale.
La leadership europea dell’Italia nello sviluppo del GNL non è casuale, bensì il frutto di oltre cinque anni di lavoro di squadra che ha visto collaborare istituzioni pubbliche e imprese private. Tra i promotori di questa rivoluzione troviamo Assogasliquid/Federchimicai, che è sempre stata in prima linea fin da subito per favorire il flusso necessaro di investimenti e definire un quadro normativo adeguato. Abbiamo quindi chiesto alPresidente del Gruppo merceologico GNL dell’Associazione di spiegarci meglio l’evoluzione di questo carburante nel nostro Paese e di indicarci le prospettive attese per il futuro.
La tecnologia fotovoltaica è tra le più promettenti in termini di sicurezza energetica e mitigazione dei cambiamenti climatici, e non deve stupire che il suo mercato stia crescendo rapidamente a livello globale. Un aspetto meno indagato ma non per questo meno importante riguarda gli impatti che il fotovoltaico presenta su tutto il ciclo di vita, impatti che, se analizzati, confermano che si tratta di una delle fonti di generazione elettriche più sostenibili sotto il profilo ambientale. Parallelamente allo sviluppo esponenziale delle nuove installazioni a livello globale, aumenterà però il numero di moduli fotovoltaici che raggiungeranno il cosiddetto fine vita e quindi la quantità di rifiuti che dovremo smaltire e auspicabilmente valorizzare.