Lo sviluppo della rete di distribuzione stradale del GNL sembra andare avanti piuttosto spedito. Meno rapido è il cammino della logistica primaria. Come mai? È solo per la maggiore complessità o ci sono altri elementi di freno?
Dall’anno 2013 – anno in cui Assogasliquidi ha iniziato a seguire il comparto del GNL – ad oggi sono stati fatti passi avanti importanti nella rete di distribuzione del GNL: se nel 2014 una sola azienda era impegnata nella costruzione di una stazione di rifornimento di GNL, meno di quattro anni dopo quasi venti punti vendita hanno messo a disposizione dei propri clienti il GNL.
A major redesign of the energy system is required to achieve the Paris Agreement target of limiting global temperature increase to well below 2°C (B2DS). To meet the climate change target, it is sometimes argued that Europe should abandon the gas grid, stop the use of gas, and focus on an all-electric energy system. In addition to being a challenge to implement, analysis by Ecofys, a Navigant company, shows that the optimal energy transition combines renewable electricity with renewable gas, using existing gas infrastructure.
Per raggiungere l’obiettivo dell'Accordo di Parigi che punta a contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C (B2DS), è necessaria una massiccia ridefinizione dell’odierno sistema energetico. Per soddisfare gli obiettivi climatici, alcuni sostengono sia necessario che l’Europa abbandoni la rete del gas e l’utilizzo di questa fonte per concentrarsi interamente sullo sviluppo di un sistema energetico elettrico.
Dopo anni di marginalizzazione, il gas naturale sta conoscendo una nuova fase espansiva in Europa. Complici l’abbondanza di GNL e gas russo, che ne hanno abbassato il prezzo d’importazione, e l’aumento dei prezzi del carbone, concorrente nel settore elettrico, il consumo di gas in Europa è cresciuto a 491 miliardi m3 nel 2017. Grazie a questa rimonta, il gas arriva oggi a coprire quasi un quarto del fabbisogno energetico comunitario, il dato più alto dal 2010.
La transizione energetica verso fonti rinnovabili, già percepita nel settore elettrico grazie allo sviluppo del fotovoltaico e dell’eolico, si sta progressivamente estendendo ad altre fonti dal potenziale “bio” ancora inespresso, che tanto possono dare in ottica di decarbonizzazione e di raggiungimento degli obiettivi sovranazionali. Tra queste vi è il biometano che, a seguito degli ultimi sviluppi sia della normativa primaria - con l’uscita del nuovo decreto 2 marzo 2018 per la promozione dell’utilizzo del biometano nei trasporti - sia della normativa tecnica di settore - con le norme CEN che hanno concluso il mandato M/475 sulla qualità - risulta finalmente pronto a dare il proprio contributo green nel processo di sostituzione dei carburanti tradizionali.
Negli ultimi tempi, soprattutto all’indomani della sentenza del Tribunale Federale tedesco di Lipsia, sia tra gli stakeholder che sui media tradizionali e sui social, si sono moltiplicate le posizioni favorevoli all’introduzione di divieti di circolazione per le auto diesel nelle città. In prima linea si sono schierati anche molti sindaci, di città piccole e grandi, che sperano di trovare in questi divieti una possibile risposta ad un problema, quello della qualità dell’aria, che li vede esposti in prima persona, dando per certa la fine dei motori diesel a vantaggio di una mobilità completamente elettrica.
Il futuro, si sa, è sempre diverso da come lo si immagina. Eppure, sull’automobile e sulla sua evoluzione, complice anche molta semplificazione giornalistica, è diventato di gran moda sparare sentenze.
Parte di tale semplificazione, tanto ostentata quanto sciocca, potrebbe essere spiegata con l’evoluzione stessa del mondo dell’informazione, sovente costretto a finanziarsi con notizie acchiappa click, che a loro volta dovrebbero portare se non laute, almeno mirate inserzioni pubblicitarie.
La sentenza del tribunale amministrativo federale di Lipsia del 27 febbraio 2018, che ha sancito la possibilità per le città tedesche di ricorrere alla misura del divieto di circolazione per le auto a diesel, ha risuonato in Germania e in tutto il mondo come la campana a morto del motore diesel, incolpato di appartenere ad un mondo antiquato e di essere la causa principale di livelli eccessivi di inquinamento nelle città e nelle aree metropolitane.
Decarbonizzare il settore dei trasporti è indubbiamente operazione complessa: si tratta di intervenire in un contesto rigido e difficile, caratterizzato da una complicata interrelazione tra produzione del combustibile, distribuzione, logistica, ed impiego. Eppure, come dimostra l’andamento delle emissioni di gas serra dal 1990 ad oggi in Europa (Fig. 1), è quanto mai necessario intervenire. L’impatto delle risorse allocate dalla Commissione e dagli Stati Membri ha ad oggi purtroppo generato risultati modesti ed è certamente non più procrastinabile un’azione forte e decisa.
L’adozione del Decreto Ministeriale del 2 marzo 2018 (entrato in vigore il 20 marzo 2018) rappresenta un passaggio fondamentale per lo sviluppo del settore del biogas/biometano, in particolare per il settore agricolo. Il nuovo decreto, inserendosi sul percorso finora sviluppato, mira a dare un concreto impulso allo sviluppo del biometano focalizzandosi su un ambito di intervento ritenuto prioritario per il sistema nazionale, ossia il raggiungimento del target di biocarburanti da utilizzare nel settore dei trasporti entro l’anno 2020.