Tra gli stati interessati dalle tempeste meteorologiche che hanno attraversato la regione del Mediterraneo orientale nella prima metà di settembre, la Libia è sicuramente quello maggiormente colpito. Il ciclone Daniel (così ribattezzato dal servizio meteorologico greco) si è infatti abbattuto sulle coste orientali del Paese nordafricano tra il 10 e l’11 settembre, con piogge torrenziali e venti fino a 180 km/h che hanno provocato la rottura di due dighe a monte della città di Derna. La violentissima inondazione che ne è derivata ha distrutto gran parte della città costiera, trascinando interi quartieri in mare e provocando migliaia di vittime.
Il mestiere del banchiere centrale è inerentemente complesso. Lo diventa ancor più sotto l’effetto della spettacolarizzazione mediatica cui – nostro malgrado – risponde oggi quell’attività che, un tempo, un certo A. Greenspan definì come quella di cui chi la esercita dovrebbe non parlarne od al massimo farlo tra le righe e con un “farfugliare incoerente”.Ed invece siamo qui – e chi vi scrive fa esercizio di astinenza al riguardo – a sondare ogni pixel delle inesauste attività comunicative multimodali delle schiere di banchieri centrali nostrani, transatlantici e del quadrante oceanico.
Recent events have underscored the importance of the United States to the global oil market…and of global supply & demand developments for the US market.
The US remains the world’s largest oil consumer…and the largest oil producer. The US Energy Information Administration (EIA) projects that domestic oil consumption will rise slightly (+0.6%) this year to 20.1 million barrels per day (Mb/d), largely due to increasing gasoline use amid continued economic growth.
Gli eventi recenti hanno sottolineato l’importanza degli Stati Uniti per il mercato petrolifero globale, ma hanno anche messo in luce quanto le dinamiche a livello mondiale influenzino gli equilibri di domanda e offerta del mercato statunitense. D’altronde, gli USA rimangono il più grande consumatore e produttore di petrolio al mondo. L’Energy Information Administration (EIA) statunitense prevede che il consumo interno di petrolio aumenterà del +0,6%, quest’anno, portandosi a 20,1 milioni di barili al giorno (mil. bbl/g), in gran parte in ragione di una maggiore richiesta di benzina, sostenuta da un contesto di continua crescita economica.
Se è vero che non è sempre facile prevedere l’andamento del prezzo del petrolio, frutto simultaneo di variabili economiche e geopolitiche, è altrettanto vero che quest’ultima corsa del Brent è stata ampiamente preannunciata, da banche d’affari, trader e accademici. Solo a titolo di esempio, già nel mese di luglio sul Blog di Energia Alberto Clo ipotizzava il raggiungimento di quota 100.
Come mai il prezzo del petrolio è diventato prevedibile? E a distanza di pochi anni da quando il WTI stupì tutto il mondo finendo sotto zero?
Senza nulla togliere agli obiettivi per lo sviluppo di energie rinnovabili, che anzi sono stati incrementati rispetto al PNIEC 2019, il vero jolly dell’aggiornamento 2023 del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima è il gas naturale, che oltre a favorire il phase out dal carbone senza compromettere gli obiettivi di sicurezza energetica, diviene strumento per fondamentale per restituire all’Italia centralità in Europa per quel che riguarda gli approvvigionamenti di energia.
The Russian invasion of Ukraine has triggered renewed focus on the use of energy resources as geopolitical “weapons.” The experiences for oil and natural gas — Russia’s two main energy exports, and the leading energy sources for the EU and U.S. — have followed distinctly different paths. Most markedly, Russia has tried to use the EU’s dependence on its natural gas exports to make the latter less supportive of Ukraine.
L'invasione russa dell'Ucraina ha rinnovato l’attenzione sull'uso delle risorse energetiche come "armi" geopolitiche. Il petrolio e il gas naturale - le due principali fonti di esportazione di energia della Russia, nonché le principali fonti energetiche per l'UE e gli Stati Uniti, – nello scontro fra le parti sono state utilizzate in modo differente. In particolare, la Russia ha cercato di sfruttare la dipendenza dell'UE dalle sue esportazioni di gas naturale per indebolire il supporto comunitario a Kiev, mentre, a loro volta, l’UE, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno utilizzato sanzioni petrolifere nella speranza di limitare le azioni militari di Mosca in Ucraina.
I recenti sviluppi geopolitici e geoeconomici stanno significativamente influenzando l’evoluzione del settore Oil&Gas, con particolare riguardo al comparto del gas naturale, che già da diversi anni ha visto crescere la sua rilevanza a livello globale e nei mix energetici di diversi Paesi, andando progressivamente a spodestare sua maestà il petrolio.
Allo stesso tempo, le numerose scoperte di giacimenti di gas naturale, unite alle innovazioni tecnologiche che hanno reso possibile una più ampia ed economica commercializzazione di questa risorsa,
“It is typically Norwegian to be good,” said Prime Minister Gro Harlem Brundland in her New Year’s address to the Norwegian nation 1 January 1992, uncharacteristically flirting with self-righteousness. Let us revisit the idea that that future rents from Norway’s oil and gas – that is, excess profits converted to public revenue – could be devoted to combating climate change in countries that are unable on their own to attain the goals of the Paris Agreement of 2015.