Il piano REPowerEU, varato a maggio, è l’ultima, in ordine di tempo, delle grandi iniziative della Commissione Europea per accelerare la transizione energetica e nasce dall’urgenza di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili provenienti dalla Russia, in un contesto di grave crisi socio-politica. La sfida della decarbonizzazione è iniziata però ben prima e l’industria del riscaldamento è tecnologicamente pronta in virtù del fatto che opera in un comparto, quello dell’edilizia, che è strategico ai fini degli obiettivi ambientali perché è responsabile di circa il 36% del totale delle emissioni di gas a effetto serra e del 40% dell’energia complessivamente utilizzata in Europa.
Il settore edilizio residenziale italiano si sta muovendo verso una fase positiva di rinnovamento. I risultati attesi della cosiddetta “transizione ecologica” riguardano tre macrocategorie di obiettivi: efficienza energetica, salvaguardia ambientale e convenienza economica. Tali obiettivi devono essere perseguiti tramite un approccio sinergico, evitando estremistiche posizioni aprioristiche, specialmente quando si tratta di intervenire su edifici e/o impianti esistenti.
Bosch, multinazionale leader per tecnologie e servizi in diversi settori strategici, è da sempre attiva nello sviluppo di nuovi prodotti che utilizzano energie pulite e rinnovabili tra cui l’idrogeno, dalla produzione all’utilizzo finale.
Nel percorso verso la sostenibilità, l’elettrificazione da sola difficilmente potrà consentire una completa decarbonizzazione degli edifici, soprattutto in Italia, in cui ad oggi il riscaldamento a gas rappresenta oltre l’80% degli impianti esistenti. Per questo la Divisione Bosch Termotecnica, oltre agli ingenti investimenti già stanziati a favore dello sviluppo di pompe di calore elettriche sempre più efficienti e prestazionali, ha da tempo avviato anche progetti di sviluppo di apparecchi di riscaldamento che possano utilizzare idrogeno pulito, ovvero a zero emissioni di CO2.
Questa tecnologia può supportare e affiancare l’elettrificazione per abbattere le emissioni di anidride carbonica nel parco edilizio, soprattutto laddove non è fattibile, troppo complesso o semplicemente troppo costoso installare una pompa di calore elettrica. Non c’è dunque una contrapposizione tra le due tecnologie, che al contrario possono essere abbinate in un sistema ibrido a zero emissioni costituito da una caldaia a combustione verde (idrogeno) e una pompa di calore alimentata ad energia elettrica.
Il processo di decarbonizzazione e gli obiettivi UE al 2030 richiedono ingenti investimenti in nuova capacità di generazione rinnovabile, infrastrutture, accumuli, soluzioni di smart energy e tecnologie per gli usi finali, che assicurino una transizione energetica sicura e nei tempi previsti.
Il Fit for 55 e il REPowerEU pongono target ambiziosi all’Italia e il PNRR mette a disposizione ingenti risorse per accelerare la decarbonizzazione attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, l’aumento dell’efficienza nei consumi e l’elettrificazione di settori, come quello termico e della mobilità, finora soddisfatti da fonti fossili.
Una sfida tanto ambiziosa quanto necessaria. L’accelerazione impressa allo sviluppo delle rinnovabili con il piano REPowerUE dell’Unione Europea che ha fissato al 45% la quota di consumi finali coperti da energia green al 2030, impone a tutti i Paesi e ai player dell’energia un rinnovato sforzo per coniugare sicurezza energetica e decarbonizzazione. Un impegno che per l’Italia significa installare 85 GW di rinnovabili al 2030, per una media di circa 12 GW all’anno. È una sfida importante, che genera innumerevoli benefici per l’economia, la società e l’ambiente.
Per raggiungere gli sfidanti obiettivi legati al processo di transizione energetica è necessario ed auspicabile un ricorso sempre più massivo a tecnologie che consentano di produrre energia senza emissioni climalteranti. È il caso dei pannelli fotovoltaici, delle centrali eoliche o degli accumuli elettrochimici, per i quali, nel giro di pochi anni, è prevedibile attendersi un consistente aumento della richiesta non solo in Italia, ma anche in Europa e nel resto del mondo.
Le indicazioni strategiche contenute nel PNIEC e nel PNRR e i piani messi a punto dall’Unione Europea con il recente REPowerEU sono ambiziosi e, per essere raggiunti, richiedono determinate condizioni. Se nel breve termine si sta lavorando per contrastare gli effetti della grave crisi energetica che stiamo vivendo, nel lungo periodo è necessaria una visione chiara, con una cornice regolatoria ben precisa che metta il mondo imprenditoriale, la pubblica amministrazione e i cittadini nelle giuste condizioni per accelerare il percorso di decarbonizzazione.
Il nuovo Piano europeo REPowerEU propone i nuovi obiettivi in materia di rinnovabili: un target più ambizioso ma sicuramente realizzabile grazie all’impegno di tutti gli stakeholder chiamati a svolgere la loro parte. Tante le opportunità per il nostro paese, così come i benefici, così come emerge dalla roadmap 2030 per l’elettrico presentata all’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura lo scorso 21 giugno. Ne abbiamo parlato con il Presidente di EF, Agostino Re Rebaudengo.
Il mercato internazionale Oil&Gas è stato da sempre condizionato dal trasporto di queste commodities dai Paesi produttori a quelli consumatori, in ragione dello squilibrio tra le risorse disponibili e i consumi. Inoltre, è stato soggetto a crisi internazionali e instabilità politiche nelle aree di produzione: la Crisi di Suez nel 1956, la prima crisi petrolifera del 1973 in cui il mondo occidentale si trovò coinvolto nella più grave crisi economica dopo il 1929. Successivamente la guerra tra Iran e Iraq del 1980 e la Guerra del Golfo del 1990.
I mercati petroliferi stanno attraversando un periodo piuttosto turbolento, in larga parte dovuto all’acuirsi del conflitto russo-ucraino, il quale sembra lontano da una soluzione diplomatica. I prezzi del petrolio viaggiano da diverse settimane sopra quota 110 dollari/barile (con punte superiori ai 120) esibendo oscillazioni molto ampie da un giorno all’altro, mentre i prodotti raffinati ogni giorno infrangono un nuovo record, soprattutto se espressi in euro/litro vista la debolezza dell’euro nei confronti del dollaro.