La dimensione industriale del processo di decarbonizzazione viene sempre più narrata in termini strategici. Negli ultimi anni i maggiori attori statuali hanno iniziato a interpretare il controllo su filiere e tecnologie verdi come fattore di potenza e riduzione della vulnerabilità in un contesto geopolitico volatile. Se USA ed Europa mostrano in questo contesto importanti interessi comuni, permangono divergenze che riflettono interessi, principi e capacità.
In USA viene varato l’Inflation Reduction Act (IRA), un piano di 369 miliardi di dollari, che finanzia gli investimenti industriali nei settori dell'energia pulita (in particolare produzione di veicoli elettrici, batterie, pannelli solari, turbine eoliche) e riserva i crediti d’imposta a chi acquista prodotti green realizzati negli Stati Uniti.
La Commissione Europea risponde con Il Green Deal Industrial Plan, presentato al forum economico di Davos dalla Presidente von der Leyen. Il Piano sarà articolato in due provvedimenti: il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act. In entrambi i casi sono previste misure finalizzate a rendere competitivi gli investimenti industriali in produzioni coerenti con gli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Potremmo dire che il 2022 è stato un anno difficile per l’ambiente; tuttavia, pensandoci bene, l’ambiente siamo noi. A volte, parlare dei problemi ambientali rischia di porci in una posizione pericolosamente distaccata: sarebbe il momento di comprendere che non stiamo parlando di qualcosa che è altro da noi, bensì di noi stessi, del nostro stile di vita e delle nostre scelte, presenti e future. Quindi, accertato il sillogismo, il 2022 è stato un anno difficile per Sapiens: dal punto di vista dei mancati passi avanti delle politiche ambientali internazionali, ma soprattutto dal punto di vista delle condizioni climatiche estreme che si sono susseguite in giro per il mondo.
Nella visione della UE, la decarbonizzazione del settore dei trasporti potrà essere raggiunta solo ricorrendo al vettore elettrico ritenuto a “zero emissioni” di CO2. Ciò vale in particolare per il trasporto stradale leggero il quale negli ultimi anni è stato destinatario di misure che, partendo da questo assunto, hanno progressivamente penalizzato il motore a combustione interna (MCI) fino ad arrivare al phase-out previsto per il 2035.
Ad oggi la domanda di mobilità in Italia è soddisfatta per la stragrande maggioranza dai prodotti di origine fossile ed il sistema dei trasporti contribuisce per circa un quarto alle emissioni totali di CO2: la situazione è chiaramente insostenibile ed è necessario ed urgente che il sistema dei trasporti si evolva per concorrere alla progressiva decarbonizzazione dell’intera economia.
Accessibility to sustainable low-carbon biofeedstock is one of the key drivers to achieve a low carbon EU economy by 2050.
In this context, one of the key questions regarding the role of biofeedstocks in the energy sector is the potential availability of sustainable biomass in the EU and UK, and under which conditions and assumptions biomass availability can be improved and biomass potential maximised safely and sustainably by 2050 without any negative impacts (e.g. by preserving natural high-value areas, maintaining and improving biodiversity, and reducing the use of arable land as well as the use of fertilisers and other chemical inputs).
Nell'ambito del Green Deal europeo, l’utilizzo della biomassa sostenibile derivante da materiale organico come alberi, piante e rifiuti agricoli ed urbani è considerato un elemento chiave per raggiungere la neutralità climatica al 2050.
Tuttavia, il ruolo che avranno le materie prime biologiche nel settore energetico dipende dalla effettiva disponibilità di biomassa sostenibile e dall’esistenza di condizioni per massimizzarne il potenziale senza impatti negativi sull’ambiente (preservare la biodiversità, difendere le aree naturali di alto valore, ridurre l’uso di fertilizzanti e altri prodotti chimici).
La decarbonizzazione del trasporto è, uno degli obiettivi più ambiziosi del “ Fit for 55” , il pacchetto di riforme promulgato dalla Commissione europea, incentrato sul duplice obiettivo della decarbonizzazione dell’economia entro il 2050 e della digitalizzazione. Per conseguire gli obiettivi ambiziosi, occorre poter contare su tutte le tecnologie a basso contenuto di carbonio. I carburanti rinnovabili ed a basso tenore di carbonio si configurano come alternative ottimali ai combustibili liquidi convenzionali di origine fossile, per ridurre le emissioni in tutte le forme di trasporto e ottenere la neutralità climatica entro il 2050. L’avvio della “Renewable and Low Carbon Fuels Value Chain Industrial Alliance” rappresenta uno strumento essenziale per il loro sviluppo. Ne abbiamo parlato con Alessandro Bartelloni, Direttore di FuelsEurope, l’Associazione europea, con sede a Bruxelles, della produzione e distribuzione di combustibili liquidi, prodotti per la mobilità, l'energia e le materie prime per le catene del valore industriale nell'UE, che proprio in questa Allenza ha un ruolo di primo piano.
Uniti dall’obiettivo di combattere l’inquinamento prodotto dalla plastica e di fare di quest’ultima una risorsa e non un rifiuto, aziende, governi e altre organizzazioni hanno aderito al Global Commitment and Plastic Pact. Rappresentando oltre il 20% del mercato degli imballaggi in plastica, i firmatari hanno fissato l’obiettivo ambizioso di utilizzare solo plastica riutilizzabile, riciclabile e compostabile entro il 2025. Obiettivo, però, che, secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Ellen MacArthur e dell’UNEP - New Plastics Economy Global Commitment progress report - presentato lo scorso 2 novembre, rischia di non essere centrato.
Aliplast, società parte del Gruppo Hera, è specializzata nel riciclo delle materie plastiche per la produzione di polimeri rigenerati, film flessibili e lastre. L’azienda opera nel solco del rinnovamento e di un’evoluzione costante, restando però fedele a un principio di base: quello dell’economia circolare. Aliplast applica infatti un modello “closed loop”, che prevede il recupero di rifiuti e scarti in plastica direttamente presso le aziende, intervenendo con mezzi e metodi dedicati alla differenziazione dei materiali.